Jiddu
Krishnamurti
"...sul meditare e la
meditazione ..."
"...sul meditare e la
meditazione ..."
"...se hai
intenzione di meditare, non sarà meditazione ... se assumi deliberatamente un
atteggiamento, una posizione, per meditare, allora la meditazione diventa un
giocattolo, un trastullo della mente. Se decidi di districarti dalla confusione
e dall'infelicità della vita, allora diventa un'esperienza dell'immaginazione
— e questa non è meditazione. La mente conscia o la mente inconscia non
debbono aver parte in essa; non devono neppure essere consapevoli
dell'estensione e della bellezza della meditazione. Nella totale attenzione
della meditazione non c'è alcuna conoscenza, alcun riconoscimento, né il
ricordo di qualcosa che sia già avvenuta. Il tempo e il pensiero sono
totalmente cessati, poiché sono il centro che limita la propria visione ... la
meditazione non è la semplice esperienza di qualcosa al di là del pensiero e
del sentimento di ogni giorno, né la ricerca di visioni e beatitudini ... La
meditazione non è fuga dal mondo; non è un isolarsi e chiudersi in sé, ma
piuttosto la comprensione del mondo e delle sue vie ... Meditare è deviare da
questo mondo ... Dalla negazione nasce lo stato affermativo. Il semplice
ottenere l'esperienza, o vivere nell'esperienza, nega la purezza della
meditazione. La meditazione non è un mezzo per un fine ... La meditazione è la
cessazione del pensiero ... Tutto ciò che il pensiero formula ha in sé il
limite dei suoi confini, il pensiero ha sempre un orizzonte, la mente meditativa
non ne ha, l'uno deve cessare perché l'altro possa essere. La meditazione apre
la porta ad una vastità che trascende ogni immaginazione o congettura. Il
pensiero è il centro intorno al quale c'è lo spazio dell'idea, e questo spazio
può essere allargato da ulteriori idee. Ma tale allargamento mediante stimoli
di ogni sorta non è la vastità in cui non c'è alcun centro. La meditazione è
la comprensione di questo centro e quindi il suo superamento. Il silenzio e la
vastità vanno insieme. L'immensità del silenzio è l'immensità della mente in
cui non esiste un centro. La percezione di questo spazio-silenzio non procede
dal pensiero. Il pensiero percepisce soltanto la sua proiezione, e il
riconoscimento di essa è il suo confine ... La meditazione non è un'attività
dell''isolamento, ma l'azione nella vita quotidiana che esige cooperazione,
sensibilità ed intelligenza. Senza il fondamento di una vita retta la
meditazione diventa una fuga e non ha alcun valore. Una vita retta non è
l'obbedienza alla morale sociale, ma la libertà dall'invidia, dalla cupidigia e
dalla ricerca del potere — che generano inimicizia. La libertà da questi mali
non passa attraverso la consapevolezza che di essi si acquista mediante l'autoconoscenza.
Senza conoscere le attività del sé la meditazione diviene esaltazione dei
sensi e perde ogni significato ... La meditazione non è una continuazione o una
espansione dell'esperienza. La meditazione, al contrario, è quella completa
inazione che è la cessazione di tutta l'esperienza. L'azione dell'esperienza ha
le sue radici nel passato ... la meditazione è lo svuotarsi dell'esperienza, è
la totale inazione che proviene dalla mente che vede ciò che è, senza
l'ostacolo del passato né del testimone che vive legato alla memoria del
passato ... Se non c'è meditazione, sei come un cieco in un mondo di grande
bellezza, luci e colori ... Meditare non è ripetere parole, sperimentare
visioni o coltivare il silenzio. Questa è una forma di autoipnosi. Meditare non
è chiudersi in un pensiero ideale, nell'incanto del piacere. Se tu dici:
"Oggi comincerò a controllare i miei pensieri, a sedere quieto nella
posizione del meditare, a respirare regolarmente" — allora sei preso nei
trucchi con cui inganniamo noi stessi. La meditazione non è l'essere assorti in
qualche idea o immagine grandiosa ... La mente meditativa è vedere, osservare,
ascoltare senza la parola, senza commento, senza opinione — attentamente e
costantemente — il movimento della vita in ogni suo rapporto; allora
sopraggiunge un silenzio che è negazione del pensiero, un silenzio che
l'osservatore non può richiamare. Se ne facesse esperienza, riconoscendolo, non
sarebbe quel silenzio. Il silenzio della mente meditativa non è nei
confini dell'individuabilità, e non ha frontiere ... Una piccola mente
squallida e immatura può avere, ed ha, visioni ed esperienze che riconosce
secondo il proprio condizionamento ... La meditazione non appartiene a gente
come questa, né ai guru. Non è per il cercatore, perché costui trova ciò che
vuole, e il conforto che ne deriva è la morale delle sue paure. Per quanto
faccia, l'uomo di credenza o di dogma non può entrare nel regno della
meditazione. La meditazione necessita della libertà — che è totale negazione
della morale e dei condizionamenti sociali — la libertà viene prima della
meditazione, ne rappresenta il primo movimento. Non è una pratica pubblica dove
in molti si uniscono e offrono preghiere. Sta a sé ed è sempre al di là dei
confini della condotta sociale. Infatti la verità non è nelle cose del
pensiero o in ciò che il pensiero ha costruito e chiama verità. La negazione
totale di questa struttura del pensiero è la realtà della meditazione. La
meditazione è un movimento incessante. Non si può mai dire che si sta
meditando, o dedicare un periodo di tempo alla meditazione. La meditazione non
è ai tuoi ordini. La sua benedizione non ti viene perché conduci una vita per
così dire sistematizzata o segui una particolare routine o morale. Viene solo
quando il tuo cuore è veramente aperto. Non aperto dalla chiave del pensiero,
non reso sicuro dall'intelletto, ma quando è aperto come il cielo senza nuvole;
allora viene senza che tu lo sappia, senza che tu la chiami. Ma non puoi mai
custodirla, possederla, adorarla. Se cercherai di farlo, non verrà più, ti
eviterà. Nella meditazione tu non sei importante, non occupi un posto; la sua
bellezza non sei tu, la sua bellezza è in sé. E non puoi aggiungervi nulla.
Non devi spiare dalla finestra sperando di prenderla di sorpresa, né sederti in
una stanza buia ed attenderla; viene soltanto quando tu non sei là, e la sua
benedizione non ha continuità..."
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