venerdì 26 aprile 2013

La «regolarità» si conquista facendo nove passi



Tutto ciò che si può fare per risolvere la stipsi, un problema molto frequente soprattutto (ma non solo) fra gli anziani

MILANO - La stitichezza è un problema comune fra chi non è più giovanissimo: le stime indicano che il 30-50 per cento degli over 65 fa uso di lassativi per porvi rimedio e fra chi ha più di 70 anni le difficoltà ad andare in bagno sono diffusissime. Come stare meglio? Le proposte arrivano da una revisione degli studi in materia, pubblicata sul Canadian Medical Association Journal secondo cui ci sono nove passi da fare per risolvere il disturbo. Innanzitutto, bisogna chiarire che si definisce stipsi cronica una situazione in cui si hanno meno di due evacuazioni a settimana per quindici giorni di seguito, soprattutto se si associano dolori, fastidio alla pancia, sensazione di non essersi svuotati completamente.
ANZIANI - Negli anziani è più comune perché sono più sedentari, di solito mangiano poche fibre, non bevono a sufficienza, non "ascoltano" lo stimolo ad andare in bagno o anche perché chi non è più giovane deve spesso assumere farmaci che possono favorire la costipazione, dagli oppioidi alle pastiglie per il ferro. «I sintomi possono avere un impatto forte sulla qualità di vita dell'anziano e perfino accelerarne il declino: la stitichezza può provocare dolore, nausea e perdita di appetito e questo può essere molto pericoloso soprattutto in soggetti fragili», come ha spiegato Dov Gandell, il responsabile della revisione. Ed ecco i nove passaggi per la gestione della stipsi in chi non è più giovane, suggeriti dall’esperto: il primo è una corretta valutazione dei sintomi; quindi (secondo passo) occorre andare alla ricerca delle possibili cause, dall'uso di farmaci specifici alla presenza di patologie che favoriscano la costipazione. Una volta certi che davvero di stitichezza si tratta (molti credono ci sia bisogno di intervenire con i lassativi se l'anziano non va in bagno tutti i giorni, ma l'evacuazione quotidiana non è indispensabile), e verificato che non ci sia un'occlusione intestinale, bisogna cambiare (almeno un po’) stile di vita.
MOVIMENTO - In primo luogo, si deve cercare di ridurre la sedentarietà ( terzo passo), dedicandosi a un esercizio fisico adeguato alle proprie condizioni; quindi, (quarto passo) occorre assicurarsi un adeguato comfort quando si va in bagno, ad esempio facendo sì che il water sia alla giusta altezza e che si possa avere la necessaria privacy ma al contempo chiamare aiuto in caso di bisogno. Poi (quinto) va rivista la dieta: si devono introdurre fibre a sufficienza attraverso cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, scegliendo spesso i legumi e consumando anche pane e pasta, meglio ancora se integrali; tè e caffè andrebbero ridotti, aumentando invece fino a sei-otto bicchieri al giorno l'apporto di acqua per mantenere le feci morbide. Qualche trucco (sesto passo) può aiutare, ad esempio è bene andare in bagno a orari fissi o preferendo farlo dopo i pasti, quando il riflesso gastro-colico dovuto al riempimento dello stomaco stimola l'evacuazione.
FARMACI - Se tutto questo non basta, si può provare (settimo passo) con i lassativi: i più efficaci e sicuri negli anziani, stando alla revisione, sono gli agenti osmotici che richiamano acqua nell'intestino, come polietilenglicole o lattulosio. Meno evidenze sono invece disponibili per fibre vegetali come lo psyllium, mentre i lassativi stimolanti, come senna e cascara, sarebbero validi ma perderebbero efficacia nel tempo. In generale però (ottavo passo) si dovrebbe procedere per gradi: prima si comincia con i lassativi formanti massa come lo psyllium, se non vengono tollerati o non hanno effetti apprezzabili si passa a lassativi osmotici o stimolanti per brevi periodi (tre, quattro giorni al massimo). Se anche questi non funzionano a dovere, l'ultimo passo è rivolgersi a uno specialista gastroenterologo o geriatra per individuare l'approccio più corretto nel singolo caso.

giovedì 11 aprile 2013

Un'ora di danza alla settimana migliora la postura e l'attività cognitiva degli anziani

MILANO - Un’ora di danza la settimana per 6 mesi migliora la postura, le performance sensitivo-motorie e quelle cognitive degli anziani senza creare problemi per il loro sistema cardio-polmonare: lo dimostra uno studio pubblicato su Frontiers in Aging Neurosciences dalla Texas University di Houston.
DUE GRUPPI - I ricercatori americani hanno messo a confronto due gruppi di ultra-70enni nei quali è stato effettuata una valutazione basale delle funzioni cognitive, del QI, del livello di attenzione, del tempo di reazione, delle funzioni motorie, di quelle tattili e dell’equilibrio posturale, così come della sensazione soggettiva di benessere e della funzionalità cardio-polmonare. I partecipanti, scelti in maniera da essere omogenei e con nessuno particolarmente dotato dal punto di vista psicomotorio, sono stati divisi a caso in 2 gruppi: il primo era quello dei “ballerini”, mentre il secondo non ballava. Dopo 6 mesi, senza che nei ballerini si fosse registrato alcun problema di funzionalità cardio-polmonare, i parametri cognitivi e sensitivo-motori erano tutti migliorati, soprattutto in chi alla valutazione basale aveva ottenuto i punteggi più bassi.
IL BALLO AIUTA LA MENTE - I miglioramenti più evidenti riguardavano memoria, abilità visuo-spaziale, linguaggio, attenzione, tempi di reazione, performance sensitivo-motorie, postura e stile di vita. Non è migliorata la capacità respiratoria aerobica massimale (il cosiddetto VO2max) che corrisponde al volume massimo di ossigeno che si può consumare per contrazione muscolare nell’unità di tempo, ma d’altronde anche negli allenamenti degli atleti ciò accade solo nel 20-30% dei casi. Nel gruppo di quelli che non ballavano, invece, nessun parametro è variato e alcuni sono peggiorati secondo il normale declino che accompagna l’avanzare degli anni.
INTEGRAZIONE CEREBRALE - Gli autori hanno concluso che moderati livelli di attività fisica associati a stimoli emotivi, sociali, cognitivi e a una forte componente sensitivo-motoria migliorano molti aspetti del declino correlato all’età. Ma perché proprio il ballo? La spiegazione risiederebbe nel fatto che la capacità di muoverci nello spazio tridimensionale è legata all’integrazione fra i circuiti visivi e i sistemi di orientamento con cui riusciamo a mantenerci alla giusta distanza da un certo punto di riferimento. Ciò attiva l’ippocampo e la corteccia entorinale, aree cerebrali che controllano la memoria spaziale il cui deterioramento è infatti uno dei primi segnali d’allarme di compromissione cognitiva e di potenziale demenza.
LO DICEVA ANCHE LEONARDO - Sulla medesima rivista compare un commento all’articolo del Professor Philip Foster del Dipartimento di Nanomedicina e Medicina Interna della stessa Università degli autori dello studio che inizia con una frase di Leonardo Da Vinci: «Il disuso arruginisce il ferro, l'acqua perde la sua purezza se ristagna o gela per il freddo e nondimeno fa l'inerzia sul vigore della mente». E in effetti il ballo vince ogni inerzia.

mercoledì 3 aprile 2013

facciamo più attenzione alle unghie


l'analisi della Weill Cornell University di New York

Facciamo più attenzione alle unghie

Non solo problemi estetici, ma anche malattie che non vanno sottovalutate: fondamentale l'esame con il dermatoscopio

MILANO - Un aspetto anomalo delle unghie può essere il segnale di diverse malattie, anche sistemiche, che però gran parte degli stessi specialisti spesso trascurano. La segnalazione viene da alcuni esperti della Weill Cornell University di New York.
TUMORE DELLE UNGHIE - Anche le unghie si possono ammalare ed eventuali anomalie non vanno considerate come un mero problema estetico. Per esempio, in questa sede si possono sviluppare melanomi che, però, sono spesso più difficili da riconoscere perché non presentano la classica pigmentazione scura. «In queste circostanze è facile confondere il melanoma con un’infezione o una lesione vascolare - fa notare Richard K. Scher, professore di dermatologia del Weill Cornell Medical College di New York -. Così non è raro che questo tipo di tumore venga diagnosticato con notevole ritardo. Invece, qualora si abbia di fronte un paziente con una storia di traumi, ulcerazioni e lesioni delle unghie atipiche, bisognerebbe sempre considerare la possibilità che si tratti di un melanoma, persino in assenza di una pigmentazione anomala». Fortunatamente l’esame delle unghie con il dermatoscopio sta diventando una pratica più comune rispetto al passato, anche se, riferiscono gli studiosi americani, le informazioni più accurate si hanno analizzando con questo dispositivo non solo la matrice delle unghie, ma anche il letto e questo richiede una procedura più invasiva. Una volta diagnosticato un melanoma in situ non sempre si sa quale sia la strategia terapeutica migliore. «In questi anni c’è stata una controversia tra chi sosteneva la necessità di un’amputazione e chi invece pensava fosse sufficiente rimuovere tutta la struttura dell’unghia e quindi procedere a un trapianto. Una recente rassegna segnala che questo secondo approccio meno drastico può essere una valida opzione. Un intervento meno invasivo è la strategia migliore anche in caso di carcinoma squamoso delle unghie» riferisce Scher.
NON SOLO ONICOMICOSI - Spesso quando le unghie hanno un aspetto sospetto, il primo pensiero va alle onicomicosi. E in effetti circa il 50 per cento delle anomalie delle unghie è causato da infezioni micotiche. «Ma un altro 50 per cento non lo è - osserva Scher -. Oggi c’è la tendenza a scambiare spesso per onicomicosi lesioni che in realtà hanno ben altra origine. Meglio dunque non essere avventati. La diagnosi differenziale, in questi casi, va fatta con tumori, psoriasi delle unghie e con condizioni che richiedono l’esecuzione di una biopsia per accertarne la causa».
INVECCHIAMENTO - Come le altre parti del corpo, anche le unghie invecchiano e i pazienti possono manifestare perplessità sul loro aspetto che magari fa apparire più vecchi della propria età anagrafica. «Invecchiando le unghie possono apparire opache e increspate. Non solo, possono diventare più spesse e difficili da tagliare - spiega Scher -. Altri segni dell’invecchiamento sono la crescita più lenta e la maggiore suscettibilità alle infezioni micotiche. Inoltre, i trattamenti possono essere più complicati a causa di un rischio maggiore di effetti indesiderati, soprattutto nel caso di terapie sistemiche con antimicotici per la possibilità di interazioni con altri medicinali che, le persone anziane assumono per curare patologie concomitanti». Che dire di gel e smalti spesso usati col tentativo di rinforzare o quanto meno abbellire le unghie? «Molti dermatologi disapprovano, ma non sussistono particolari controindicazioni a meno che siano presenti allergie ai componenti presenti in questi prodotti o altri problemi particolari. Per esempio, se è presente una psoriasi ungueale oppure se le unghie si rompono e sfaldano con facilità è meglio evitare, o quanto meno limitare, l’uso di prodotti acrilici, per dare alle unghie un po’ di riposo» conclude Scher.