giovedì 11 aprile 2013

Un'ora di danza alla settimana migliora la postura e l'attività cognitiva degli anziani

MILANO - Un’ora di danza la settimana per 6 mesi migliora la postura, le performance sensitivo-motorie e quelle cognitive degli anziani senza creare problemi per il loro sistema cardio-polmonare: lo dimostra uno studio pubblicato su Frontiers in Aging Neurosciences dalla Texas University di Houston.
DUE GRUPPI - I ricercatori americani hanno messo a confronto due gruppi di ultra-70enni nei quali è stato effettuata una valutazione basale delle funzioni cognitive, del QI, del livello di attenzione, del tempo di reazione, delle funzioni motorie, di quelle tattili e dell’equilibrio posturale, così come della sensazione soggettiva di benessere e della funzionalità cardio-polmonare. I partecipanti, scelti in maniera da essere omogenei e con nessuno particolarmente dotato dal punto di vista psicomotorio, sono stati divisi a caso in 2 gruppi: il primo era quello dei “ballerini”, mentre il secondo non ballava. Dopo 6 mesi, senza che nei ballerini si fosse registrato alcun problema di funzionalità cardio-polmonare, i parametri cognitivi e sensitivo-motori erano tutti migliorati, soprattutto in chi alla valutazione basale aveva ottenuto i punteggi più bassi.
IL BALLO AIUTA LA MENTE - I miglioramenti più evidenti riguardavano memoria, abilità visuo-spaziale, linguaggio, attenzione, tempi di reazione, performance sensitivo-motorie, postura e stile di vita. Non è migliorata la capacità respiratoria aerobica massimale (il cosiddetto VO2max) che corrisponde al volume massimo di ossigeno che si può consumare per contrazione muscolare nell’unità di tempo, ma d’altronde anche negli allenamenti degli atleti ciò accade solo nel 20-30% dei casi. Nel gruppo di quelli che non ballavano, invece, nessun parametro è variato e alcuni sono peggiorati secondo il normale declino che accompagna l’avanzare degli anni.
INTEGRAZIONE CEREBRALE - Gli autori hanno concluso che moderati livelli di attività fisica associati a stimoli emotivi, sociali, cognitivi e a una forte componente sensitivo-motoria migliorano molti aspetti del declino correlato all’età. Ma perché proprio il ballo? La spiegazione risiederebbe nel fatto che la capacità di muoverci nello spazio tridimensionale è legata all’integrazione fra i circuiti visivi e i sistemi di orientamento con cui riusciamo a mantenerci alla giusta distanza da un certo punto di riferimento. Ciò attiva l’ippocampo e la corteccia entorinale, aree cerebrali che controllano la memoria spaziale il cui deterioramento è infatti uno dei primi segnali d’allarme di compromissione cognitiva e di potenziale demenza.
LO DICEVA ANCHE LEONARDO - Sulla medesima rivista compare un commento all’articolo del Professor Philip Foster del Dipartimento di Nanomedicina e Medicina Interna della stessa Università degli autori dello studio che inizia con una frase di Leonardo Da Vinci: «Il disuso arruginisce il ferro, l'acqua perde la sua purezza se ristagna o gela per il freddo e nondimeno fa l'inerzia sul vigore della mente». E in effetti il ballo vince ogni inerzia.

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